Articolo Studio del Tai Chi - Accademia Dao

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Lo Studio del TAI CHI CHUAN stile Yang: concetti principi e progressi nello studio

Con questo articolo cerchiamo di spiegare e di chiarire quali benefici si possono avere dalla pratica del TAI CHI CHUAN (TCC), dai primi giorni agli anni a venire.
 
Gli argomenti che verranno trattati sono i seguenti:

 
1.     Salute
 
2.     La forma
 
3.     Capacità marziali e autodifesa
 
4.     Crescita spirituale

 
Quello che vi proponiamo, sono ragionamenti, concetti e chiavi di lettura per migliorarsi, per capire chi siamo, come siamo, cosa facciamo. Il TCC non è una panacea di tutti i mali, non è la disciplina migliore, non ha le risposte che ci aspettiamo per tutte le nostre domande. Il TCC è un metodo di ascolto, comprensione, sviluppo di sé. Come tutte le discipline ha i suoi principi fondanti, che non sono convinzioni, i suoi concetti, che non sono dogmi. Approcciare al TCC è cambiare anche il nostro approccia per affrontare la vita di tutti i giorni.

 
1.     Benefici per la salute
 
Con un buon insegnante, può anche essere sufficiente una sola lezione per sentire cambiamenti positivi nella tua salute fisica o mentale anche se normalmente ne occorrono tre o quattro.  Alcuni risultati infatti sono raggiungibili in un tempo veramente breve.

Benessere Mentale:
Entro un mese si dovrebbero avere le prime idee pratiche su come iniziare a reagire agli effetti dello stress e cominciare a vedere come i principi e i concetti del TCC possono semplificare la gestione delle situazioni stressanti e difficili. Più si praticano i principi e i concetti più otterremo un beneficio -principi ed idee come rilassare le spalle, far affondare l’energia nel dantien(centro dell’addome), svuotare il petto, sollevare lo spirito, cedere, pensare al tuo centro, avere una forte tenuta mentale, pensare positivo-.
Dopo un breve tempo di pratica si potrebbero iniziare a sentire cambi di umore, il che è una naturale conseguenza del far affondare l'energia e del rilassamento della mente. Per rilassarsi e riacquistare il controllo della propria energia bisogna confrontarsi con i traumi del passato per riuscire a cambiare la propria situazione attuale, o rivedere il preconcetto di “come devono andare le cose”. Se si hanno difficoltà, si può provare a semplificare il proprio allenamento per un po’ di tempo, evitando di alterare l'umore e di entrare in quella fase. Nel tempo si diventerà sempre più in grado di “guardarsi indietro”, di essere più abili nell’acquisire autostima, senso di benessere, nel superare i cambiamenti e riprendersi.

Benessere Fisico:
Molte persone, per i motivi sopra descritti, non parlano apertamente dei loro problemi, ma si possono trovare molte testimonianze di come il TCC ha positivamente influenzato la loro salute fisica. Essenzialmente, grazie alla tendenza a far fluire l’energia nel proprio corpo e ad esplorare i propri movimenti nella forma, sia attraverso gli esercizi sia con l'aiuto di un partner, le proprie articolazioni si apriranno e i muscoli, i legamenti e i tendini si allungheranno rafforzandosi e distendendosi. Inoltre i movimenti del TCC riescono ad aumentare il flusso drenante in alcune aree del sistema linfatico, in questo modo il corpo può filtrare le tossine e disfarsi dei “rifiuti”, migliorando lo stato di salute. Tutto ciò ha inizio dalla prima lezione e continua in un progresso attraverso le basi del TCC, sebbene spesso i più grandi cambiamenti avvengono nei primi 2-3 anni di pratica. Grazie agli effetti benefici del TCC si può avere un effetto positivo su gran parte dei problemi e dolori articolari, come il mal di schiena, il senso di stanchezza, disordini ormonali, digestivi e respiratori.
Lavorare con il Qi (la nostra energia interna), inoltre, sblocca i canali energetici, i meridiani, e ciò viene amplificato quando si pratica con altre persone, lasciando interagire la propria energia con quella degli altri. Molti aspetti del Tai Chi Chuan, dunque, apportano benefici fisici. Ma la salute fisica non è solo questo, naturalmente associare buone abitudini alla pratica può mantenerci più a lungo in salute e benessere. E la salute fisica, nel Tai Chi, non è mai esaltare la nostra forza muscolare, esterna, ma ragionare con un corpo naturale, il nostro essenzialmente, diverso per ognuno, con i suoi pregi e difetti. Il corpo Tai Chi non è un corpo devoto alla linea, all’apparenza, ma all’eleganza di essere come si è e la forza che si sviluppa è legata alla funzionalità. Del resto, qualcuno un giorno disse: datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo. Il TCC offre un ragionamento simile ad Archimede, che usa l’intelletto e la tecnica, piuttosto che un approccio titanico modello Atlante, costretto a sostenere il peso del mondo sulle sue spalle. Spalle alte e tese, portano preoccupazione, tensione, respirazione alta. Spalle rilassate e sciolte portano il flusso di forza dal corpo alle mani. Il concetto quindi è far fluire la nostra forza nel corpo, facendo sì che non ci siano blocchi, fisici e energetici. Solo con la scioltezza e la capacità si sentire questa forza si ottiene il principio di leva. Pensate esempio agli animali: non sono in forma perché hanno molti muscoli e una linea definita. L’animale non si allena, ma vive in rispetto delle sue caratteristiche fisiche, sviluppa la sua forza perché conosce il suo corpo in maniera istintiva. L’animale è funzionalità estrema e noi abbiamo bisogno di praticare nel conoscere il nostro corpo, invece di istruirlo con un atteggiamento che si discosta da ciò. Strutturarsi e accrescere solo la propria muscolatura si sa, non porta benefici, tantomeno a livello mentale. Il corpo è caduco, come tutto ha una sua vita, giovinezza e vecchiaia. Ed è nella giovinezza che si coltiva qualcosa che ci sosterrà nella vecchiaia, non nel suo smodato uso. Consumare è andare a toccare le nostre riserve profonde, consumare non è coltivare. Il corpo vuole essere trattato bene, con eleganza e morbidezza, non con rigidità e durezza. Una carezza apre un sorriso sul volto, un pugno no.

Resistenza alle malattie:
Naturalmente, avendo l'abitudine ad essere sempre rilassati, evitando un uso improprio dell’energia e contemporaneamente cercando in modo costante di rafforzare e accrescere il proprio sistema mente-corpo-energia, si può notare che il corpo ha molte più riserve di quello che si crede. Invece quando si è sotto pressione, che siano ansie, paure o rabbia, il sangue non alimenta in modo corretto gli organi principali, e il sistema digestivo e quello immunitario vengono repressi. Dopo un po’ questa attitudine potrebbe diventare un percorso energetico nel corpo, in altre parole, una situazione permanente, cronica. Se invece questa attitudine venisse corretta, si potrebbe facilmente notare come la resistenza alle malattie incrementa.
Molte persone riscontrano che il numero di raffreddori e di fastidiosi malori contratti diminuisce dal momento in cui iniziano a praticare TCC, sebbene ricordando che prendersi una malattia occasionalmente è comunque, certamente, una cosa salutare, in quanto permette al sistema immunitario di sviluppare diversi tipi di anticorpi.

Una precisazione:
Ovviamente occorre dire che il Tai Chi non è una panacea: nel caso in cui si stiano monitorando le proprie condizioni fisiche e mentali, non bisogna interrompere terapie convenzionali che stanno avendo un effetto complessivamente positivo, solo perché si sta praticando Tai Chi Chuan. Finché non diventa ovvio che non si ha più bisogno della terapia, non bisogna interromperla. Infatti il Tai Chi non fa altro che tirare fuori il potenziale per curare sé stessi e mantenersi in forma, il che può sembrare aver effetti inaspettati, tuttavia non significa che può fornire una cura miracolosa.


2.   Imparare la forma
 
Si incontrano molte persone che iniziano a praticare TCC perché sono attratte dai suoi movimenti. Il fatto che sia un’arte marziale è irrilevante e non è la ragione del loro studio, nutrono il semplice desiderio di fare ciò che hanno visto fare, di imparare i movimenti che abbiamo visto nei parchi, o nei video, o in qualche film. La forma TCC dello stile Yang, è realmente uno dei set di movimenti più armonici che si possano incontrare nelle arti di movimento o nelle arti marziali. La fluidità di esecuzione è però uno studio che vuole molta dedizione e il tempo necessario per capire e applicare i numerosi concetti che ci sono dietro la costruzione di ogni singola postura, movimento, transizione è lungo, ma non tortuoso e stancante. La forma, per come è stata pensata, in particolare da Yang Chen Fu, 3° discepolo della famiglia Yang, ideatore della forma tradizionale dello stile, è fornire al praticante di TCC un modo per rimanere immersi nei principi e concetti per un tempo più lungo del normale. Pensate che è realmente una delle poche forme che ha una durata attorno ai 30 minuti, cosa che nelle altre arti è diverso, in quanto si pratica per qualche minuto o più. E realmente nel TCC stile Yang, ci sono “solo” 2 forme a mani nude, la tradizionale e la forma serpente. Quindi è facile capire che non è il movimento di per sé a creare lo studio dell’arte, ma i concetti che mano mano si inseriscono nella pratica della forma. Concetti e principi interni vengono dunque inseriti nella stessa forma, proprio per non renderla mai uguale a sé stessa e dunque abbracciare il concetto di cambiamento. Molti dicono che realmente il “movimento Tai Chi” è identificabile in 2 o 3 posture. Ed è vero, un praticante che applica principi e concetti realmente mostra le caratteristiche dello stile in pochi movimenti, svelando così la grande complessità dello studio di questa arte. Una complessità che non preclude a chiunque e a qualunque età lo studio e la comprensione.
 
Praticare la forma da soli:
Ci vogliono dai 6 ai 12 mesi per imparare con un sommario approccio la forma Terra, dipende da quanto in profondità si coprono i dettagli, ad esempio testando le posizioni, o discutendo a proposito dei concetti, dei principi e delle applicazioni marziali.  Anche quanto la si pratica, la propria esperienza personale nell’imparare i movimenti costituisce un fattore importante. Per quanto riguarda l’apprendimento completo della forma tradizionale ci vogliono dai 18 ai 24 mesi. Tuttavia, imparare la sequenza dei movimenti è solo l’inizio. Una volta che si ha confidenza nella “semplice forma delle cose”, è il momento di portare la propria attenzione al lavoro interno dei movimenti. Non bisogna essere dunque sorpresi se la prima cosa che succede, una volta terminata la forma, è che l'insegnante vi chieda di iniziarla di nuovo con le correzioni date. Raggiunto quel livello bisogna concentrarsi il meno possibile sul semplice movimento ed essere più rivolti ad indagare sul come l’energia fluisca attraverso di esso e come venga emanata durante i test. In questi casi si deve impiegare tutta la conoscenza che si ha dei principi e dei concetti riguardanti lo Yi, ovvero l’Intenzione, affondando nel centro, usando i “kwa” ovvero gli snodi di spalle e anche, proiettando l’energia da noi verso l’altro.
La “profondità” della forma potrebbe sembrarti non aver fine, e per un certo verso è così. Lo studio su di essa è in continua evoluzione e si possono facilmente trovare aspetti sempre più profondi, soddisfacendo così diversi livelli di pratica. Alcune scuole procedono con l’insegnamento delle armi appena si conoscono i movimenti della forma lunga. Il problema in questo caso è che in realtà si stanno semplicemente imparando una serie di altri movimenti. Bisogna quindi porsi la seguente domanda: “Quando finirò di imparare movimenti e inizierò finalmente a studiare Tai Chi?”. Senza seri approfondimenti dei concetti e dei principi che sono in ogni movimento non si sta studiando affatto il fluire dell’energia nel corpo e quindi tutti i benefici qui descritti saranno limitati.

La forma con un partner:
Ci sono diverse forme che possono essere praticate insieme a un partner. Tutte queste sono estremamente importanti nell’aiutare a comprendere il ruolo dell’energia nell’interazione tra le persone, e sono una buona guida verso gli aspetti marziali del Tai Chi Chuan. A differenza delle altre, queste forme sono ancor più difficili, e chiedono, in termini di coordinazione, una più chiara applicazione dei principi e il condizionamento del corpo.
Di nuovo, se si vuole fare di più che essere fisici, esterni, si deve avere una conoscenza base dei principi interni prima di iniziare l’allenamento con un partner, ma è sicuramente possibile ottenere un beneficio dal Pushing Hands a una mano dopo aver imparato i movimenti della forma terra. Entro un breve periodo si potrà progredire con la pratica del Pushing Hands a due mani, mentre l’allenamento del pushing hands libero, l'allenamento di Sensitivity (Gan Jue), è uno scenario molto più strutturato.


3.   Capacità Marziali / Autodifesa

Anche se si possiede una precedente formazione marziale o di autodifesa, probabilmente si noterà che l’approccio al combattimento del Tai Chi è molto strano. In un certo senso è meglio affrontarlo “trasversalmente”. Deve essere intrapreso un copioso lavoro sulla forma, sul qi gong, sulla riflessione e sul lavoro con il partner per poter cercare di applicare i concetti e i principi in uno scenario di autodifesa. Se si inizia a fare sparring e a cercare di usare la propria capacità marziale dal primo giorno, non si praticherà Tai Chi, ma si utilizzerà la forza esterna, fisica. Questa è l’estrema differenza tra arti marziali esterne e interne: Il Tai Chi, in definitiva, non è basato sulle tecniche, ma sui concetti e i principi, e questi si applicano con l’uso dell’energia interna. Capire questo concetto non è così facile, soprattutto da spiegare. La pazienza per raffinare prima il proprio movimento, poi nel coltivare principi e concetti, non è da tutti, soprattutto in un mondo dove l’arte marziale è contemplata come velocità, potenza, sviluppo fisico. Lo studio della marzialità poi negli anni è scemato nel TCC, fino a essere considerata e praticata come un’arte di movimento, che realmente è così, per chi non ha avuto accesso ai concetti chiave di applicazione del movimento. Molti non ripongono fiducia in un sistema che ci insegna a muoverci lentamente, ma è proprio questo ciò usa il TCC per capire come ci si muove, non “quanto ci si muove”. Ma è nel lento che si impara ad essere precisi. Spesso alcune scuole non danno poi respiro al movimento, ovvero non si dà mai sfogo al veloce, al rapido. E l’errore che si crea è spesso quello di non riuscire poi ad applicare il movimento in un contesto di stress, di pressione, di pericolo. Un conto è praticare la forma e acquisire i benefici che si sono descritti sopra. Altro conto è sviluppare le capacità di usare questi movimenti in un combattimento, in un momento di difesa da un’aggressione. La didattica aiuta a capire che ci sono 2 modi di approcciare al TCC, in entrambi i casi però sempre si passerà dalla pratica base, ovvero conoscere le caratteristiche e i movimenti, rallentare, entrare in un sistema di movimento diverso è assorbirne i concetti. Applicare questi concetti è il passo successivo, per chi è interessato e ne ha voglia. Il TCC si trasforma in un’arte molto strutturata, dove il tempismo nel combattimento è fondamentale. Per quanto si è veloci e forti, troveremo sempre qualcuno più veloce e forte di noi. Agire nel momento giusto, mantenere la calma, mantenere il nostro spazio di movimento, è una caratteristica feroce, animale. Ed è questo che contraddistingue il lavoro marziale del TCC. Chiunque, anche l’uomo o la donna più forte del mondo, avrà sempre timore di un calabrone, di un cane rabbioso, di un animale minaccioso. Nonostante sia più debole fisicamente, più piccolo, ci creerà sempre un timore nell’affrontarlo. Questo è il concetto energetico che pochi capiscono, è come se in quel momento, quell’insetto o animale, stessero emanando, proiettando, la propria energia combattiva. E noi la percepiamo, perché prima di tutto ci crea una stretta allo stomaco, ci mette in guardia, ancor prima che qualcosa succeda. Non c’è bisogno di capire che una tigre è letale affrontandola. Lo si percepisce, anche se fosse la prima volta che la incontriamo o che la vediamo. Ed è questo concetto che ci porta a evidenziare il lavoro interno, energetico del TCC.
 
Rimanere rilassato e concentrato in combattimento è un lavoro di molti anni. Un buon vino impiega molto tempo per maturare.


4.   Crescita spirituale

Il Tai Chi può aiutare nell’impresa spirituale dando una vera e fondamentale conoscenza di sé. Rilassando e calmando il corpo e la mente si può iniziare a vedere come i pensieri, le azioni, le relazioni, si sviluppino. Cambiare è un processo che ha bisogno di tempo, dedizione, pazienza. Non è qualcosa che si spinge in una direzione, ma qualcosa che semplicemente si lascia avvenire. Affrontare un cambiamento, un trasloco, un lutto, la perdita di un posto di lavoro, risolvere un problema familiare o relazionale, spesso sembra una montagna invalicabile, un ostacolo impossibile da superare. Praticare un’arte interna, che dona consapevolezza di sé, aiuta a vedere gli ostacoli come riflessioni, non come problemi irrisolvibili. La conoscenza di sé, non può che portare il beneficio di migliorare il modo di vivere, dalle piccole cose alle grandi decisioni. L’errore che fa lo scettico, leggendo questi concetti, è pensare che tutto sia solo un dominio della mente, dove racchiudiamo l’importanza capitale della nostra vita. Ma non è così: la mente è inscindibile dal corpo, dalla dalla propria energia. Perché tutte fanno parte del nostro sistema, del nostro io. Isolare una di queste parti ci fa perdere di vista un concetto fondamentale: la nostra salute. E’ uno dei concetti chiave della medicina cinese classica pensare l’inscindibilità di questi fattori. De resto anche molte altre discipline e religioni parlano di come curare il corpo, la mente, lo spirito e che il beneficio avviene solo quando queste 3 cose sono intese come un unico insieme, noi stessi. La medicina allopatica ci ha allontanato da questo concetto, delegando al rimedio la nostra salute. Non è rimediare a un malessere la soluzione, ma prevenirlo. E non c’è altro modo che ascoltare sé stessi, nella nostra vita quotidiana per stare bene, per stare meglio. Il TCC è una delle tante strade che una persona può percorrere per capire che il benessere è qualcosa che si mantiene. Coltivare sé stessi, amarsi, sentirsi, è la chiave. Spesso il TCC è stato chiamato come “l’arte della longevità”, ma non è la longevità l’obbiettivo. Migliorare la propria qualità di vita, perché non possiamo evitare quello che il destino, la vita, ci possono presentare. Vivere bene è un qualcosa che avviene in ogni istante della nostra vita, per quanto essa possa essere breve o lunga.

 
Consigli per la pratica: l’apprendimento e lo sviluppo
 
Fondamentale nello sviluppo del TCC è l’accettazione del cambiamento. Il TCC è un’arte marziale multidimensionale, e ha la peculiare caratteristica di farci lavorare sempre sui nostri punti deboli, che siano nell'ambito della mente, del corpo o dello spirito. Per questo si è in continuo conflitto con chi e cosa siamo. In breve, il TCC è un potente strumento per migliorare sé stessi evitando di continuare a vivere in questo conflitto. Se non si ha la volontà di guardare in noi stessi per vedere cosa siamo, sarà difficile cambiare l’aspetto che rallenta o ferma i nostri progressi nella vita e nel Tai Chi. Spesso succede che si interrompa la pratica proprio quando qualcosa sta cambiando dentro di noi, proprio perché nessuno realmente è incline al cambiamento finché non lascia andare il preconcetto di “come devono andare le cose”, di cui parlavamo inizialmente. Appena si lasciano scorrere le proprie energie, appena si diventa consapevoli di poter cambiare aspetti di sé, ci chiudiamo, perché realmente non abbiamo fiducia in questa cosa, proprio perché non siamo educati a farlo. La guida che offre un maestro o un praticante avanzato, è proprio capire che il TCC è un mezzo per cambiare questo aspetto di chiusura, verso una più naturale concezione di sé stessi. “Panta Rei” proposizione con cui si esprime l’eterno divenire della realtà, esprime la concezione che costituisce l’antitesi di quella dell’assoluta eterna unità e immutabilità dell’essere. Nel taoismo il TAI JI, il DAO, la via, esprime lo stesso identico concetto. Nulla è mai uguale a sé stesso, nulla è immutabile, ogni cosa, per ogni processo che avviene in natura, nella quale viviamo, cambia forma, essenza, entità.
 
Ad esempio, durante la pratica della forma, fluire nel movimento, non interromperlo mai, creare movenze senza soluzione di continuità, ci aiuta ad educare noi stessi a percepire il nostro scorrere nelle cose, negli eventi. La concentrazione che si mette nell’eseguire i movimenti non è solo ricordarne la sequenza, ma applicarsi mente corpo e spirito nella pratica. Sembra banale, ma è proprio nella semplicità di questi concetti che avviene il processo di accettare e cambiare sé stessi.

Andiamo a vedere come:
 
1.     Attenzione al metodo
 
Quando uno praticante avanzato o il vostro maestro o insegnante vi mostra qualcosa, soffermatevi su come viene eseguito. Copiate come è stato eseguito un movimento completo, piuttosto che notare solamente la posizione di inizio e quella finale. Questo vi aiuterà molto a capire che il movimento non ha solo un inizio e una fine, ma ha anche un collegamento tra le due fasi, la transizione tra due punti è capire come ci si muove, come è strutturato il movimento, non solo come è eseguito. Per questo lo studio non può avvenire attraverso un approccio statico, il test non viene eseguito solo sulla postura iniziale o finale. Avanzando nella pratica, si verrà testati anche in movimento, questo per garantire uno sviluppo dei principi e concetti del TCC, soprattutto l’aspetto chiave dello stile Yang: la forza dello spostamento del peso corporeo. E praticate, il tempo che si dedica da soli alla pratica, al di là dello studio in accademia, è tempo speso bene nell’apprendimento del TCC.
 
2.     Pensate positivo e sperimentate
 
Trovate altre persone che praticano Tai Chi con le quali allenarvi. Semplicemente scherzate, giocate spingendovi l’un l’altro, provate idee e spunti e discutete di teoria. Gettate via l’ego, capite le vostre debolezze e i vostri punti di forza, i vostri progressi saranno evidenti. Osservate tutto quello che vi accade ogni giorno come un esercizio di positività. Datevi il tempo per le vostre riflessioni giornaliere, su come potreste affrontare differentemente qualsiasi cosa la prossima volta che vi accade, nello stesso modo in cui affrontate il movimento Tai Chi. Lentamente la vostra visione e percezione delle cose migliorerà, portandovi anche a crescere intellettualmente e emotivamente.
 
3.     Date tempo al Tai Chi e divertitevi
 
Non lasciate che la pratica diventi uno stress. C’è bisogno di tempo per cambiare e migliorare, quindi rilassatevi e godetevi il viaggio. Il Tai Chi non deve essere praticato, ma vuole essere praticato. Un severo atteggiamento soffoca la vostra energia, la vostra volontà. Trovare il tempo e la gioia per praticare vi porterà sempre a avere spazio per voi stessi prima di tutto, come coltivare un hobby o praticare uno sport. Spesso si pensa di non averne, perché ci sono cose “più importanti” da fare e non si ha tempo di praticare. Di tempo ne abbiamo, scegliere di spenderlo in attività che realmente ci migliorano, in cui crediamo, non è fatica o sforzo, ma un atto di amore verso noi stessi. Educarsi a farlo è anche trasmettere questa comprensione ai nostri familiari, amici, colleghi, per capire tutte e tutti che non c’è niente di meglio che migliorarsi per affrontare naturalmente le cose della vita, nel bene e nel male.

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